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01/04/2015 IN GIAPPONE SI AL MATRIMONIO

In Giappone,il comune di Shibuya, una delle 23 quartieri-città di cui è compostala zona metropolitana di Tokyo, ha deciso di riconoscere le unioni gay, equiparandole di fatto ai matrimoni. Non è una notizia da poco: in Giappone i precedenti fanno strada in fretta e se il governo non reagirà imponendo al sindaco di Shibuya di annullare l’ordinanza, cosa dal punto di vista istituzionale abbastanza difficile, se non impossibile, il Giappone potrebbe diventare il primo Paese asiatico a riconoscere non solo le unioni di fatto, ma anche i matrimoni gay.

L’ordinanza non solo istituisce una sorta di registro delle unioni civili, ma ne sancisce la validità e l’efficacia giuridica “erga omnes” parificandole specificatamente a quella dei matrimoni ed elencando nel dettaglio tutta una serie di situazioni in cui non sarà più possibile compiere discriminazioni. In particolare l’accesso all’edilizia pubblica/popolare, le detrazioni fiscali, ogni tipo di graduatoria ove sono riconosciuti “punti” per il nucleo familiare, il diritto/dovere di informare ed essere informati in caso di ospedalizzazione e/o di gravi malattie.

“E’ compito dello stato adeguarsi al cambiamento della società – ha spiegato nel corso di una affollatissima conferenza stampaToshitake Kuwahara, il “sindaco” di Shibuya, e siccome il nostro governo è particolarmente lento nel percepire i cambiamenti, abbiamo deciso di dare una scossa. Le minoranze sessuali sono una realtà, è giusto che  vengano riconosciute e tutelate senza essere più costrette a vivere di nascosto la loro realtà”.

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