Ormai siamo alla svolta annunciata e tanto temuta il governo ha posto la questione di fiducia sul maxiemendamento al ddl Cirinnà sulle unioni civili.
Dal testo dell’emendamento sparisce la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà, ma resta quello del mantenimento in caso di cessazione dell’unione, così come era già previsto nel testo del ddl Cirinnà. Viene prevista la separazione ‘lampo’, da fare davanti all’ufficiale di stato civile. La stepchild adoption sarà introdotta in un ddl sulle adozioni che dovrà avere “una corsia preferenziale” ed essere approvato alla Camera e al Senato “entro la fine di questa legislatura”, ha detto il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda.
La firmataria del ddl Monica Cirinnà: “Siamo davvero ad un passo da una legge storica, che assegnerà finalmente, dopo un ritardo insopportabile, diritti concreti e pieni alle coppie gay. Nel maxi emendamento c’è un passaggio di garanzia che non preclude il lavoro dei magistrati nella tutela della continuità affettiva del minore. Viene inoltre esplicitato il riconoscimento della vita familiare e la norma antidiscriminatoria dell’art 3. Resta fermo l’impegno che mi sento di prendere oggi, raccogliendo le indicazioni del segretario Renzi, di lavorare da subito ad un disegno di legge di riforma delle adozioni”.
Il tema dello stralcio della stepchild adoption ha provocato ancora tensioni fra i dem. “Resterò coerente con quanto ho sempre detto. Nel momento in cui si dovesse approvare una legge senza la stepchild adoption, una legge che non sarebbe degna di questo nome, tirerò le conseguenze e molto probabilmente lascerò il Partito democratico”, ha detto la deputata del Pd Michela Marzano a Rainews24. Marzano ha poi aggiunto: “Porterò avanti alla Camera la battaglia per reintrodurre la stepchild adoption”.