Giorni fa sono scese in piazza vestite di nero o con drappi e bandiere nere per difendere i loro diritti e salvaguardare un minimo di laicità del loro Paese e la loro dignità di donne. Le donne polacche, di fronte alla proposta di abolizione della già restrittiva legge sull’interruzione della gravidanza, sono scese nelle piazze ed hanno protestato facendo sentire la loro indignazione per una azione politica assurda dal partito nazionale integralista cattolico.
La nuova legge avrebbe voluto abolire la già più che restrittiva legge del 1993, che consente l’interruzione di gravidanza in pochissimi casi: solo se la vita della madre è in pericolo, se c’è il rischio di danni irreversibili al feto o se il concepimento è avvenuto con stupro o incesto, circostanze che devono comunque essere verificate da un procuratore.
Ancora più assurdo poi sarebbe stato il fatto che la nuova normativa antiabortista avrebbe anche preveduto addirittura verifiche sugli aborti spontanei e la pena del carcere (5 anni) sia per le donne sia per i medici che praticassero un’interruzione di gravidanza.
Proposte assurde frutto di una visione ideologica della società e della persona. Il pensiero che lo Stato si ponga da arbitro etico sulle scelte delle persone imponendo una visione dettata da convinzioni religiose è di una gravita e pericolosità assoluta.
Viene da ridere al pensiero che le stesse forze cattoliche integraliste che in Italia accusano il pericolo di una ideologia ( quella fantomatica del gender) poi in altri Paesi europei, dove hanno conquistato il potere politico, divengano loro stessi impositori di una vera e propria ideologia che cancella i diritti della donna nel profondo. Verrebbe allora da chiedersi qual’è veramente il pericolo da temere la libertà e la laicità delle istituzione o l’integralismo religioso e fanatico?