Duecentomila persone, ognuna con la sua storia diversa ed irripetibile, sono scese in piazza sabato 24 giugno per le vie di Milano dietro lo striscione “Diritti senza confine” che apriva il Milano Pride.
Un lungo e festoso corteo accompagnato dalla musica dove ognuno ha potuto testimoniare in forme diverse la propria identità o la propria vicinanza alle istanze di rivendicazione delle persone LGBTQI. Colori, cartelli, carri e striscioni hanno realizzato un serpentone di persone che da piazza della stazione centrale si è disteso fino all’inizio di corso Buenos Aires per raggiungere poi i bastioni di porta Venezia.
Dal palco del Milano Pride gli interventi istituzionali e le testimonianze che il Coordinamento Arcobaleno di Milano ha voluto rappresentare: persone transessuali FtM, persone intersessuali, genitori, studenti, migrati e famiglie omogenitoriali con i figli, hanno descritto diverse facce di quelli che sono i confini e le limitazioni ai diritti che accompagnano la loro vita e quella dei lori cari.
Un coro unanime per dire no ai confini sia fisici che ideologici o mentali che limitano la piena realizzazione della dignità della persona umana.
Quest’anno, per la prima volta, anche Renzo e Lucio ha partecipato con un carro sul quale, attraverso la vicenda dei Promossi Sposi, si è voluto richiamare quel confine imposto dalla legge sulle Unioni Civili, ai diritti delle persone omosessuali. “Promessi Sposi non uniti civilmente” il motto che capeggiava in cima al carro che ha voluto portare al Pride il simbolo del nostro territorio la barca con i tre archi chiamata Lucia e denominata Lucy. Nella barca Renzo e Lucio, nei tradizionali costumi alleggeriti per il caldo, hanno accompagnato con la musica la marcia di tante persone assiepata dietro al nostro carro.
Una giornata di festoso impegno civile, di voglia di essere se stessi, insieme.