Oggi a Strasburgo è stato presentato e poi approvato il documento che si occupa della situazione dei diritti fondamentali nell’unione Europea riguardante gli anni 2013-14. Una parte di questo documento dal paragrafo 84 al 91 riguarda i diritti delle persone LGBTI.
NO DISCRIMINAZIONE
Par.84 Condanna ogni forma di discriminazione e violenza fatta sul territori dell’UE fomentata da leggi e politiche che restringono i diritti fondamentali delle persone LGBTI, inoltre invita gli Stati membri ad adottare leggi e politiche che contrastino l’omofobia e la trans fobia e a delineare una strategia ed un azione per garantire l’uguaglianza sulla base dell’orientamento di genere e l’identità di genere.
RICONOSCIMENTO DI UNIONI CIVILI O MATRIMONIO
Per .85 L’UE afferma che tale uguaglianza sarebbe maggiormente garantita se le persone GLBTI avessero maggiori tutele giuridiche con la possibilità di accesso a unione registrata o matrimonio. Anzi l’UE plaude il fatto che ben 18 dei suoi Stati membri garantiscano questi diritti ed invita la Commissione a mettere in atto un piano per una disciplina che riconosca tali diritti fra i diversi stati membri col riconoscimento reciproco degli effetti degli atti di stato civile fra i vari Stati.
Par 86 e 87. L’UE sollecita a vigilare e sanzionare insulti e discriminazioni perpetrati nei confronti delle persone GLBT da parte di titolari di cariche pubbliche e politiche e sostiene il lavoro di sindacati a datori di lavoro che si adoperano verso politiche di diversità e non discriminazione.
RISPETTO E DIRITTI PER PERSONE TRANSGENDER ED INTERSESSUALI
Par.88-90 L’UE si occupa delle persone transessuali e chiede il pieno rispetto della dignità delle persone che hanno cambiato sesso sollecitando il riconoscimento del nuovo genere nei documenti ufficiali, condanna l’imposizione della sterilizzazione delle persone trans gender e chiede all’Organizzazione Mondiale della Sanità la depatologizzazione dell’identità trans gender.
Par 91. L’UE deplora gli interventi chirurgici di normalizzazione genitale sugli infanti intersessuali e rinnova e sollecita il principio di autodeterminazione degli intersessuali ( citando la regolamentazione di Malta del 2015).
Parole importanti e chiare che l’unione Europea ha voluto scrivere ed invitare ai suoi Stati Membri che pur avendo fra essi piena autonomia dovrebbero però tener presente, anche in Italia.