Con sentenza depositata il 30 luglio 2014 il tribunale dei minorenni di Roma ha riconosciuto ad una bambina figlia di due mamme il diritto ad essere adottata dalla mamma non biologica ed a prendere il doppio cognome. Un fatto storico e molto importante per il nostro Paese che in questi giorni ha fatto molto discutere e diviso i vari commentatori e le forze politiche.

La sentenza è comunque storica perché afferma con chiarezza che l’”omogenitorialità” è una genitorialità “diversa” ma parimenti sana e meritevole di essere riconosciuta come tale. Le due mamme esultano : “Siamo felici di questo risultato atteso da anni e che rappresenta una vittoria dei bambini”.

La coppia si era sposata all’estero e vive a Roma , alcuni anni fa ha avuto una bimba grazie ad una procreazione assistita eterologa per realizzare un progetto di genitorialità condivisa. Il tribunale ora ha accolto il ricorso per ottenere l’adozione della figlia da parte della mamma non biologica sulla base dell’articolo 44 della legge sulle adozioni che contempla l’adozione in casi particolari.

Tecnicamente viene chiamata “stepchild adoction” vuol dire l’adozione da parte di uno dei due componenti di una coppia del figlio, naturale o adottivo, del partner, può essere riferita sia a coppie eterosessuali che omosessuali. La stepchild adoption, promessa in Italia dal premier Renzi, è consentita nel Regno Unito ma anche in altri Paesi europei dove è possibile per le coppie omosessuali adottare bambini, come ad esempio Spagna, Svezia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Francia ma anche in nazioni, come Germania, Finlandia e Groenlandia, che pur non consentendo l’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso riconoscono a chi è in convivenza registrata con una persona di sesso uguale l’adozione dei figli naturali e adottivi del partner.

Per approfondire l’importanza della sentenza vi invitiamo a leggere l’articolo di Marco Gattuso sul sito www.articolo29.it