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26/04/2016 IN BANGLADESH UCCISI ATTIVISTI GAY

In Bangladesh un attivista per i diritti gay e un suo amico sono stati uccisi in un appartamento a Dhaka, la capitale del paese. Si tratta di Xulhaz Mannan e Tanay Mojumdar.  Mannan era il direttore dell’unico giornale Lgbt del paese, Roopbaan, ed aveva lavorato in passato presso l’ambasciata degli Stati Uniti. Numerose le reazioni di solidarietà all’omicidio, anche dal Dipartimento di stato americano.

 

Un gruppo affiliato ad al Qaeda, Ansar Al Islam, ha rivendicato la responsabilità dell’omicidio, accusando le due vittime di essere “pionieri della pratica e della propaganda omosessuale in Bangladesh”, una frase che spesso sentiamo anche in Italia sulla bocca degli estremisti cattolici del Family Day.

È solo l’ultima di una serie di uccisioni nei confronti di attivisti, blogger o intellettuali laici che si sono verificate nel paese asiatico negli ultimi mesi. Una settimana fa una manifestazione chiedeva la chiusura di alcuni siti internet accusati di essere contro la religione. Pochi giorni fa un docente universitario laico era stato ammazzato a colpi di machete, si trattava di Rezaul Karim Siddique.

Il Bangladesh ufficialmente è un Paese laico, e oltre il 90 per cento dei suoi 160 milioni di abitanti è musulmano.

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