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SENTENZA UE CONTRO LE FRASI OMOFOBE DI TAORMINA

Importante sentenza della Corte di Giustizia  dell’Unione Europea che accetta l’interpretazione presentata da Rete Lenford (avvocatura per i diritti LGBT) in merito alla vicenda dell’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Carlo Taormina.

La vicenda: il caso fa riferimento alla vicenda che inizia nel 2014 quando Taormina, intervistato durante una trasmissione su Radio 24 , si lascia andare in una serie di dichiarazioni che esprimono disgusto e disprezzo per le persone gay definendole:  «gente malata», «mi fanno ribrezzo” , “Ho una crisi di rigetto, mi viene il vomito». Nella stessa intervista arriva poi a dichiarare che mai assumerebbe nel proprio studio legale persone omosessuali: «faccio una cernita adeguata in modo che questo non accada». Da qui inizia il procedimento legale intentato da Rete Lenford che chiede che l’avvocato venga condannato per discriminazione sull’ambiente di lavoro.

Le sentenze precedenti: già prima dell’odierna sentenza della Corte Europea a cui si era rivolta la Corte di Cassazione Italiana, l’avvocato era stato condannato dapprima il 6 agosto 2014 veniva condannato dal Tribunale di Bergamo per discriminazione sul lavoro e a risarcire di 10.000 euro a Rete Lenford. Sentenza che veniva poi confermata il 23 gennaio 2015 dalla Corte d’Appello di Brescia.

Taormina si rivolge allora alla Cassazione in nome del diritto alla libertà di espressione e sulla base della considerazione che le sue osservazioni erano generali e non riguardavano alcuna assunzione in corso che La corte di Cassazione, con ordinanza depositata il 20.07.2018, aveva sospeso il procedimento, ritenendo pregiudiziale l’interpretazione del diritto dell’Unione Europea.

La santenza di oggi: ora però la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito che è discriminazione non solo per fatti concreti realmente appurati ma anche per le intenzioni espresse.

Qui la nota dell’ Associazione Rete Lenfor che “ esprime la propria soddisfazione in merito alla decisione – che nasce a seguito di un’azione legale avviata nel 2014 da Rete Lenford- nella quale la Corte afferma che il divieto di discriminazione in ragione dell’orientamento sessuale previsto dalla Direttiva 2000/78 è violato da dichiarazioni omofobe pronunciate da chi esercita, o può essere percepito come capace di esercitare, un’influenza determinante sulla politica di assunzioni di un datore di lavoro, indipendentemente dall’attualità di un procedura di selezione. …..Il principio affermato dalla Corte fissa quindi il criterio guida che deve impegnare tutti i soggetti economici a tutela del buon funzionamento del mercato del lavoro che non tollera discriminazioni in ragioni dell’orientamento sessuale.”

Perchè è importante: la sentenza della Corte di Giustizia Europea sancisce due principi fondamentali : il limite alla libertà di espressione qualora essa ha potenzialità discriminatorie e la legittimità per un’associazione di ricorrere alla giustizia per difendere la dignità delle persone anche in assenza di casi specifici e particolari.

Chi ha lottato per questo risultato: Rete Lenford ringrazia l’avvocato Alberto Guariso per aver rappresentato l’Associazione e aver seguito il caso sin dal giudizio di primo grado insieme alla socia avvocata Caterina Caput e al socio avvocato Francesco Rizzi.

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