Mercoledì 4 novembre, alla Camera è stato approvato il ddl Zan contro l’omotransfobia. Un passo importante che attendevamo da tempo: lo scorso 17 luglio eravamo scesi in piazza muniti di scope organizzando il flash mob “Spazza l’odio”, proprio per manifestare la necessità di questa legge e spiegare perché non si tratta di una legge liberticida, volta a negare la libertà di opinione, come alcuni sostengono.
“Non si è mai liberi di odiare” ha ribadito la senatrice Monica Cirinnà pochi giorni fa. E su questo la legge è chiara: “Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”
Quel giorno di luglio le persone in piazza XX Settembre erano tante: oltre 150 cartelli distribuiti che citavano “Da’ voce al rispetto” fra le mani dei cittadini e la presenza di realtà e forze politiche lecchesi che hanno manifestato grande sensibilità verso il tema.
La proposta di legge prevede la punizione verso chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione in base al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità, concetti che sono esaustivamente definiti all’interno del ddl.
Inoltre viene ufficialmente fissata la giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. Ciò significa che ogni 17 maggio, le scuole di ogni ordine e grado dovranno inserire nella propria offerta formativa programmi di sensibilizzazione verso queste discriminazioni.
Il disegno di legge inoltre prevede che lo stato metta a disposizione quattro milioni l’anno per la creazione di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, per prestare assistenza legale, sanitaria, psicologica, ed anche vitto e alloggio alle vittime dei reati di odio e discriminazione.
Ora il disegno di legge dovrà essere esaminato in Senato, ma ciò che è avvenuto ieri è sicuramente un passo significativo che ci nutre di speranza e fiducia.
Renzo e Lucio
associazione LGBT+ diritti