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26/09/14 UN AMATO NON MOLTO AMATO A MONZA

“Giuristi per la vita” è un’associazione che si propone, tra le altre cose, di contrastare l’emancipazione della minoranza LGBT. Noi di Renzo e Lucio siamo venuti a sapere che a Monza si sarebbe tenuta una conferenza presieduta dall’avvocato Gianfranco Amato, nientepopodimeno che il presidente dei Giuristi, ed è così che un paio di noi si sono ritrovati in quella sala, desiderosi di comprendere un punto di vista tanto lontano dal proprio.

Abbiamo ascoltato con attenzione i numerosi interventi dei relatori: consistevano, fondamentalmente, in un farfuglio di parole da cui trasudava un’omofobia vestita di bianco e manovrata mediante una dialettica da 110 e lode.

L’avvocato ha ritagliato la realtà dei fatti come meglio gli si aggradava, proponendo ai presenti solo mezze verità; tuttavia ha avuto una bravura eccezionale a giustapporre, uno sopra l’altro, episodi per lo più veri, per quanto mozzi, così da mettere in evidenza la cattiveria delle presunte lobby gay.

Ed è in questo modo che la comunità omosessuale è diventata, agli occhi degli uditori, l’anticlericalismo per eccellenza, per poi deformarsi in un parassita che avrebbe tolto libertà, risorse e addirittura lavoro alla società, dotandosi di privilegi assolutamente campati per aria. Se a tutto questo aggiungiamo un pizzico di potere quasi mafioso tenuto dalle associazioni omosessualiste, capaci di influenzare soggiogare la politica con il proprio capriccio, ecco che abbiamo tra le mani una società che sta rotolando precipitosamente verso l’inferno.

Se questo è il solo scenario di cui una persona ha conoscenza, come è possibile biasimare la nausea che questi prova nei confronti delle associazioni LGBT? Ha davvero senso, per fare un esempio, arrabbiarsi con un disoccupato che fa la voce grossa dopo che gli è stato fatto intendere che gli omosessuali avranno diritto a presunte “quote arcobaleno” e dunque posti fissi garantiti?

In quel momento, mentre eravamo seduti in sala, abbiamo provato profonda tenerezza per tutti coloro che, lì dentro, sentivano suonare una sola campana, che pure era stonata e ripetitiva. Citando un caso particolare, parliamo di quelle vecchiette che scuotevano la testa quando si è lasciato loro comprendere che si sarebbe sdoganata la pedofilia, subendo, per farla breve, la loro stessa ignoranza.

Da questa e molte altre situazioni è nata tra di noi una riflessione grazie alla quale si è rinforzata ancora di più la consapevolezza che muove la nostra associazione.

Certamente non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e, al giorno non d’oggi, l’ignoranza non è giustificabile, considerando che è possibile aggiornarsi su qualsiasi argomento con un semplice clic. Tuttavia, è probabile che la rabbia nei confronti di queste persone non porti a nulla; anzi, forse è meglio andare loro incontro prima che finiscano imbrigliate nei discorsi contorti e parziali di qualche signore con giacca e camicia.

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