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01/08/14 IN UGANDA LA CORTE ANNULLA LA LEGGE CHE PREVEDEVA L'ERGASTOLO PER LE PERSONE OMOSESSUALI

In Uganda la corte costituzionale ha annullato la legge voluta dal governo che prevedeva il carcere fino all’ergastolo per gli omosessuali.
La legge è “nulla e priva di valore”, ha detto la corte.
Secondo i giudici la legge viola la costituzione, perché è stata approvata dal parlamento senza che ci fosse il quorum necessario.
La legge contro i gay è stata approvata a dicembre del 2013 dal parlamento e firmata a febbraio dal presidente Yoweri Museveni.
La norma prevedeva condanne fino a 14 anni di prigione per gli omosessuali. Per una recidiva, definita “omosessualità aggravata”, si rischiavano condanne fino all’ergastolo.
Il governo non ha ancora chiarito se farà ricorso contro la decisione della corte.
La legge era stata introdotta quando alcuni predicatori evangelici hanno cominciato a lavorare a stretto contatto con il governo per scrivere una legge contro i gay. La prima versione della legge prevedeva la pena di morte per gli omosessuali e molti governi occidentali, non l’Italia, hanno minacciato di sospendere gli aiuti all’Uganda se la legge non fosse stata riformata, anche il segretario di stato statunitense John Kerry l’aveva paragonata alla legislazione antisemita dell’epoca nazista.
Le pressioni internazionali avevano permesso così che la pena di morte prevista dalla prima bozza venisse trasformata in ergastolo.
Questa sentenza della Corte annulla la legge del 2013 , tuttavia l’omosessualità rimane illegale in Uganda.

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