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06/09/14 STEFANO, ORIGINARIO DI LECCO, SPOSA LUCIO IN ISLANDA

Stefano Bolis, originario di Lecco, martedì prossimo in Islanda si sposerà con il suo compagno Lucio Merzi e la loro unione sarà benedetta da Dio. A celebrare il matrimonio sarà un pastore luterano che trascriverà poi il matrimonio in sede civile, proprio come da noi in Italia accade ma solo per le coppie etero.

Un viaggio obbligato per Stefano e Lucio

“Dobbiamo andare all’estero per veder riconosciuta la nostra unione, ed abbiamo scelto l’Islanda non solo perché è una meta speciale, ma perché è uno dei pochi Paesi che consente il matrimonio tra due stranieri, in altre nazioni almeno uno deve avere la cittadinanza» ci racconta Stefano. “Lì i matrimoni gay sono una consuetudine , c’è anche un’agenzia, Pink Iceland, che dà supporto nell’organizzare di questi eventi». E una volta detto il «sì» Lucio e Stefano saranno marito e marito, anche se solo fino al momento in cui ritorneranno nel nostro Paese dove le loro nozze non hanno effetto, a meno che il sindaco autorizzi la trascrizione all’anagrafe locale, come recentemente accaduto a Napoli e Bologna. La speranza dei due è che anche Brescia, la città in cui sono residenti, si metta al passo con i tempi.

Non è la prima coppia di Brescia che si sposa

In un intervista a Bresciaoggi Stefano e Lucio dichiarano: “Non siamo i primi bresciani che fanno questa scelta. Altri se ne sono andati fuori Italia per sposarsi, ma non hanno divulgato la notizia. Non ci abbiamo deciso di esporci non per esibizionismo: pensiamo che sia una conquista, un passo avanti un po’per tutti.” Aggiunge Stefano “Ho vissuto da sempre con l’idea che non mi sarei mai sposato, davo per scontato che non l’avrei mai fatto perché qua è impossibile. Qualcuno si autoconvince che vada bene così”.

La storia si Stefano

A Renzo e Lucio racconta “ Io sono dell’80, ho vissuto a lecco città nel rione di Castello, ho studiato al liceo scientifico Grassi, e poi ho proseguito gli studi in università a Milano. Sono rimasto a Lecco a casa dei miei genitori fino a 26 anni, poi ho conosciuto Lucio nel 2006 in discoteca a Milano, lui è di Brescia. Ci siamo frequentati sempre più assiduamente fino a quando i weekend insieme si sono allungati e in pratica pian piano mi sono trasferito a Brescia. Ora siamo soci nella nostra attività di lavasecco a Brescia e in provincia di Verona e stiamo assieme 24ore al giorno visto che anche al lavoro ci pesa separarci.

Poi ad un “pranzo di famiglia” :

Stefano come ha accolto la tua omosessualità la tua famiglia ? “ Inizialmente abbastanza male, vengo da una famiglia conservatrice, decisamente cattolica. Era il classico tema da non trattare, nemmeno da nominare. A loro l’ho detto chiaramente un giorno di settembre a tavola, a pranzo, era il 1999. Fino ad allora avevo passato anni a vedermi sbagliato, a cercare di capire cosa ci fosse in me che non andava, ma più andavo avanti e più mi rendevo conto che quella era la mia natura e non potevo sopprimerla. Qualche mese prima di dirglielo mi sono innamorato del mio primo ragazzo e quando mi sono reso conto di quello che provavo non sono riuscito a tacerlo, se stavo così bene non poteva esserci niente di male. Quando l’hanno saputo c’è stata una trafila di colloqui con sacerdoti, psicologi, terapisti con i quali ho parlato anche abbastanza serenamente, ed altrettanto serenamente mi hanno detto che per loro non c’erano problemi da risolvere (anche il prete), ma che l’importante era come io vivessi la mia vita da omosessuale.
Col tempo, i miei genitori, dopo avermi visto sereno, sincero, in lacrime quando le storie sono finite, agitato quando dovevo uscire con qualcuno, devono aver visto che non c’era niente di anormale in quello che pensavano ed il rapporto soprattutto con mia madre è migliorato tantissimo. Mamma sa mettere l’amore nei miei confronti al primo posto e la mia felicità è diventata anche la sua. Poi quando mi sono trasferito a brescia per i miei genitori è stato un po’ un abbandono, ma il legame si è rinforzato anche a distanza, poi hanno conosciuto Lucio, hanno visto la persona che è e hanno iniziato ad apprezzarlo.

L’annuncio del matrimonio

Stefano incalza nel suo racconto “Quando ho detto loro del matrimonio, però, ho capito che è stato un po’ un colpo. Abituati a considerarla solo una scelta religiosa, per loro deve essere suonata come un sacrilegio. Allora io e Lucio gli abbiamo fatto capire che invece è qualcosa di civile, e che ci avremmo fatto piacere se fossero presenti in quel momento. Dopo un paio di mesi in cui credevo che la questione fosse chiusa, mi hanno scritto una lettera bellissima in cui hanno mostrato ancora una volta di mettersi in discussione e di mettere in primo piano l’amore per me, pianti di gioia a non finire. Credo che dopo la gioia del matrimonio con Lucio, questa sia la seconda gioia più grande legata all’evento.

Un agenzia di Lecco ha organizzato il loro viaggio

Stefano e Lucio, si sposeranno martedì sulla romantica spiaggia di Stokksnes, circondati da un gruppo di amici e familiari. «Partiamo domenica mattina con una ventina di invitati. Faremo una breve sosta a Copenaghen prima di prendere il volo per Reykjavik», racconta Lucio. “Amici e parenti si fermeranno una settimana per un tour dell’isola. Poi un’altra settimana saremo da soli, sarà il nostro viaggio di nozze». Ad organizzare il loro viaggio ci ha pensato un’agenzia di Lecco la Island Tours di Malgrate, sul lungolago, che altre volte ha organizzato eventi di questo genere.

“dobbiamo ascoltare l’amore”

Insomma tutto pronto per il grande evento ma prima di salutare i novelli sposi chiediamo loro cosa pensano del fatto che alcuni sostengono che il matrimonio non è adatto per i gay perché si sa sono “farfalloni” e poco propensi alla fedeltà.

“E’ vero, siamo più farfalloni ma secondo me”, aggiunge Stefano, “ dipende dal fatto che il nostro rapporto si instaura tra due uomini e come la maggior parte degli uomini eterosessuali abbiamo un approccio al sesso più libero di quello che avrebbero le donne. Per quanti ragazzi il fidanzamento è una costrizione? Fosse per loro sarebbe più divertente cercare una ragazza diversa ogni sera. Figuriamoci se noi uomini non dobbiamo “scendere a compromessi” con un mondo come quello femminile in cui il sesso è visto più come parte integrante dell’amore, ne consegue che automaticamente i nostri rapporti sono più facilmente brevi e legati al sesso. Questo non toglie però che come qualsiasi altro uomo eterosessuale non si faccia la scelta di ascoltare l’amore e non solo il desiderio sessuale. E a quel punto, quando ti fidanzi, puoi avere mille progetti in comune, una vita insieme che ti auguri sia il più lunga possibile, ma sempre “fidanzati” resterete. Non c’è alcuna alternativa qui nel nostro paese. Quando ti rendi conto però che l’alternativa esiste in altri paesi civili che ti danno la possibilità di farlo, ti domandi concretamente se è un passo che vuoi fare, cosa può dare di più al tuo rapporto e in qualche modo maturi l’idea che un passo in più lo vuoi fare. Vuoi impegnarti. Se ne può fare benissimo a meno, come vale per qualsiasi coppia eterosessuale.

Non potrebbe bastare un semplice convivenza ?

“Una convivenza non sarebbe nulla di strano, ma se invece si sentisse il desiderio di costruire qualcosa in più insieme, quella è l’unica via che noi gay abbiamo. Andarcene e sposarci in un altro paese. E’ un simbolo e un momento da cui da lì in poi sarà tutto uguale a prima, ma con una consapevolezza e una responsabilità differente. Quella di essersi reciprocamente impegnati ad amare l’altra persona e non semplicemente limitarsi a dire “stiamo insieme finché dura”.

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